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Storia di una visita dal Blocco

Questa mattina, Blocco Studentesco ha allegramente sgraffitato con il suo simbolo il muro della nostra scuola, il Deledda, e ha iniziato un volantinaggio davanti all'entrata che è durato fino al suono della campanella.

Per chi non lo sapesse, ed è facile non saperlo, visto che evidentemente li imbarazza scriverlo sui propri volantini, Blocco Studentesco è un'organizzazione fascista, di fatto i pulcini di CasaPound, come si capisce comunque facilmente dalla loro pagina Facebook.

Fascista proprio, con tutto il corredo di festeggiamenti per l'anniversario della fondazione dei fasci di combattimento, Duce annoverato tra i padri della patria ed essere fangirl accanite di D'Annunzio, il tutto condito da una discreta dose di violenza nella propria retorica, e occasionalmente l'augurio che i giovini imparino di nuovo ad usare la forza bruta quando necessario.

Ma analizziamo un secondo il comportamento dei fidi camerata: prima del volantinaggio, si premurano in effetti di preavvisare il collettivo. Non, come sarebbe sensato fare, con un messaggio alla pagina Facebook con la richiesta di parlare con noi, ma con una serie di chiamate anonime ad una ragazza del VAD seguite da un messaggio che recita: “Sono del blocco studentesco riferisci ai tuoi capi che ci dobbiamo vedere adesso. Conigli”. Roba da Far West proprio. Inutile dire che in un collettivo non ci sono capi, e che essere “del blocco studentesco” non ti autorizza ad usare un imperativo un po' minaccioso con gente che non conosci senza neanche chiedere per favore. Inoltre, quel “conigli” ci ha tolto il sonno e la fame.

Comunque, il mattino dopo, si presentano davanti alla scuola, lasciano dei graffiti da grandi paladini dell'edilizia scolastica quali sono, e iniziano a dare i loro volantini.

E qui si apre un nuovo capitolo di gioia: i volantini in questione se la prendono con la Ministra Fedeli (che per inciso manco a noi sta troppo simpatica eh). Ma hanno due problemi fondamentali: 1) non attaccano la politica della Ministra, o le sue decisioni, ma di fatto solo la sua storia personale, e questo perché il bullismo è più facile dello spirito critico e perché 2) sono vecchi. Sono volantini che descrivono la Fedeli come “nuovo ministro”, ma la Fedeli è ministro dal dicembre del 2016.

Oh, c'è anche il problema numero 3, e cioè che il volantino definisce una proposta di legge per l'educazione di genere nelle scuole “vecchiume spacciato per nuovo”, quando in realtà a) non esiste educazione di genere ben fatta nelle scuole e b) ne avremmo decisamente bisogno, visto che la strada per la parità di genere è ancora bella lunga. Ma che ne sanno i fascisti, che probabilmente vivono ancora con l'ideale della donna angelo del focolare domestico?

Inoltre, problema numero 4, il volantino parla di “istruzione gender nelle scuole”. Purtroppo, la tanto temuta teoria gender che verrebbe insegnata nelle scuole in realtà non esiste, e non è altro che uno spauracchio usato per attirarsi le simpatie di gente che non riesce a convivere col fatto che la sessualità e l'identità di genere sono argomenti vastissimi e complessi e che non tutte le persone corrispondono ai loro schemi mentali.

Ma torniamo un attimo al problema numero 2: se i volantini sono così vecchi, perché venire proprio adesso a distribuirli davanti al Deledda, e perché sgraffitarlo, comunque?

La risposta ci giunge proprio dalle illuminanti conversazioni che alcuni di noi hanno avuto con il Blocco, dalle quali capiamo, tra un essere chiamati scimmia e altre cose varie e l'altro, che loro ce l'hanno con il Deledda per una ragione ben precisa: credono che abbiamo organizzato addirittura un'assemblea contro di loro.

Tralasciando il fatto che non è vero, e che l'assemblea di cui parlano era aperta a tutti e sull'alternanza scuola – lavoro, il problema che si pone è più profondo: hanno seriamente organizzato una sorta di spedizione punitiva perché credevano ci fossimo visti per parlare male di loro?

Capiamo che quando c'era lui non c'era la libertà di espressione, quindi forse il concetto non è chiaro, ma vediamo di ribadire: noi abbiamo il diritto di convocare assemblee antifasciste, anzi ne abbiamo il dovere.

L'antifascismo è tra i valori fondanti della nostra Costituzione, ma al di là di questo, è decenza umana. E' rifiutare l'odio verso chi è diverso e la violenza nell'affermare le proprie ragioni. E' essere disgustati, come lo siamo, da chi va davanti alle scuole in tanti e con i caschi in mano a imporsi agli studenti, prendendo in giro le ragazze perché hanno i capelli corti e sono vestite “da maschio”. E' essere solidali con i migranti, con le donne e le persone appartenenti alla comunità LGBT che subiscono violenza per quello che sono, con gli uomini intrappolati in assurdi ideali di machismo. E' credere nella libertà di espressione e di autodeterminazione di tutti gli esseri umani. E il Deledda, per quanto ci riguarda, rimane antifascista.


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